E rieccoci qui con la nuova ordinanza della chiusura delle discoteche, distanziamento e mascherine obbligatorie anche all’esterno dalle 18 all’alba. Se sia necessario o meno lo si sente professare da ogni pulpito con le ragioni più disparate, motivo per cui non voglio professare verbo. Voglio solo annotare quanto visto in questi giorni, dopo il lockdown subito da quasi tutto il mondo che dovrebbe far pensare che non é stato uno scherzo: non scherzavano i numeri dei decessi, le persone che dichiaravano quanto patito dalla loro malattia che li hanno bloccati per giorni in rianimazione. Men che meno hanno scherzato medici e infermieri. E dopo tutte le informazioni che ci sono piovute da ogni media ecco qui un sacco di persone per le vie delle cittadine caratteristiche del lago di Garda… certo, meno persone dell’anno scorso, ma audaci ed eroici viandanti che, memori di quando detto fino ad un mese fa, girano come niente fosse: privi di ogni distanza e privi di mascherina. La mascherina é rara.
Ribelli stufi di stare chiusi in casa ora si vendicano mostrando il polso duro… ma a chi?!
Vedi persone di ogni età, anche se soprattutto giovani.. ogni nazione… ebbene si, la cosa che mi ha stupito di più é stato proprio il popolo tedesco, cosí rigido e accusatorio agli inizi e ora cosí… cosí… trovate voi la parola più adatta.
Non c’è da aspettarsi se ora ci ritroviamo nuovamente con lo spettro del lockdown dietro l’angolo se dimentichiamo anche le regole basilari. Basta poco ed é essenziale per evitare il peggio fin quando non arriva il vaccino salvatore…
Ma forse come queste parole fanno parte di un mare di informazioni, anche quanto si legge ogni giorno dal proprio cellulare o dal computer fanno parte di tutte quelle notizie che ci sono ormai cosí distanti e si considerano ormai alla stregua dei numerosi messaggi con gattini che viaggiano su Internet: come qualcosa da girare per ricevere un like in più .
Arriviamo a Desenzano da est, giungendoci di rotonda in rotonda e ci fermiamo quando un antico palazzo e una vetusta torre ad orologio attrae la nostra attenzione. Ci fermiamo cosí in un grande posteggio che neanche a farlo apposta incrociamo per tempo e ne approfittiamo subito. Usciamo cosí dalla ciclabile/pedonale che fiancheggia la strada e ci ritroviamo cosi a costeggiare la torre. Incuriositi dalla costruzione e dal piccolo scorcio del lago che campeggia tra la biblioteca e una graziosa chiesetta ci dirigiamo verso quella che scopriamo essere via castello rivoltella, nome un po roboante se non fosse che il castello di Desenzano é da tutt’altra parte ma d’altronde questa non é Desenzano e scopriamo cosi di esserci fermati un pelino prima.
Arriviamo ai piedi della torre per leggere la sua targa, altro non c’è… e allora via in direzione lago. Quello scorcio che abbiamo intravisto ci conduce giú verso la spiaggia della rivoltella, chiamata cosí una distesa di cemento su cui campeggiano lettini, ombrelloni e tavolini. Una rotonda contornata da rocce su cui le onde del lago si infrangono.
Fa caldo e un po li invidiamo ma bastano quei pochi passi che ci conducono alla camminata ricavata tra le acque del lago e gli edifici che lo circondano per discordare: l’aria che arriva fresca ci rincuora e ci aiuta a non sudare troppo e goderci il panorama.
Seguiamo il sentiero che ci porta ai piedi di vari edifici da ville antiche a club alla moda, da parchi pubblici ad aree militari che sono ormai lo spettro di un glorioso passato:
Sede storica del 6° stormo, reparto alta velocitá della regia aviazione, che con Francesco Agello e il Macchi-Castoldi M.C.72, che non partecipò alla competizione a causa di problemi al motore, il 23 ottobre 1934sul lago di Garda, conquistò il record mondiale di velocità portandolo a 709,202 km/h: questo record è ancora oggi imbattuto per gli aerei di quella classe (idrovolanti con motore alternativo).
dedicato a tutti gli appassionati di aeronautica. Purtroppo la targa é l’unica cosa degna di nota. Il resto é ombra.
Deviazione interna per aggirare il porticciolo che ci porta vicino alla strada per un lungo tratto e quando siamo nuovamente in grado di camminare vicino alla riva ci troviamo ormai prossimi al centro storico: un lungo viale pedonale a ridosso del lago che serpeggia tra la scogliera, la darsena e gli innumerevoli attracchi dove vediamo campeggiare molti cartelli con la scritta boat rent.
Desenzano centro si snoda tra il porto vecchio, attorno al quale le numerose piazzette ora ospitano diversi tipi di locali con specialità culinarie, e il castello poco distante dalla riva, anche se ormai dei fasti medioevali restano solo le mura e la terrazza.
Oggi la via principale che costeggia il lago é sede del mercato comunale. E per rimanere lungo la via che costeggia il lago siamo costretti come in tutti i mercati nell’epoca COVID di armarci di mascherina e “andare all’entrata”. In questo modo il caldo diventa ancora più fastidioso ma la sicurezza é la sicurezza.
Arriviamo cosí al porto vecchio e da qui lasciamo il sentiero delle bancarelle e delle facce mascherate in cerca di refrigerio e di uno spuntino in uno dei numerosi locali che vi si affacciano.
Un delizioso tagliere di salumi e un aperitivo ci allietano la sosta e poi via per strade. A mercato finito sembra tutto stranamente più caotico e meno controllato: via vai senza mascherina … e poi sentiamo che il contagio sale: non c’è da stupirsi in quest’epoca tutta strana da film quasi apocalittico. Gli unici che rispettano la distanza sono quelle numerose persone che sui pedaló dotati di scivoli se ne stanno sulle acque del lago a girulare e nuotare.
Riassumendo, Desenzano é sicuramente gradevole con le sue stradine antiche e il lungo lago rinnovato e moderno che unitamente agli altri camminamenti e ciclabili permette agevolmente di compiere il giro del lago o per una ricca vita notturna.
La coda, il caldo e l’interminabile attesa della coda distanziata in mascherina per il checkin alla fine ti portano in un mondo distante e nuovo, dove anche il sudore ha nuovi aspetti così diversi da far sembrare quasi una cosa piacevole anche sudare (questa é grossa) . Ma diciamolo, quando poi arriva la fresca sera e ti ritrovi al dessert…
slurp!
… ti senti come un bambino che tutto ha dimenticato
Parti… e poi l’aria condizionata salta. Viaggi con l’aria forzata dei finestrini semi aperti. Si sta bene tutto sommato perché in questo periodo di COVID é tutto strano. Poi arrivi all’uscita e ti fermi: in 18 minuti fai 300 metri e te ne avanzano 800. Caldo. Le macchine che ti sfrecciano a fianco e tu fermo.
Che inizio… un’ora abbondante per lasciare l’autostrada! Come partenza é molto lenta!